
Volantini [14.02.2007]
Contro le basi militari, italiane e straniere
Argomenti trattati: Italia ~ Stati Uniti ~ Militarizzazione ~ Missioni Militari
Contro l'imperialismo italiano, le sue alleanze e le
sue missioni "umanitarie"!
Dopo
lunghissime trattative, passate completamente sopra la testa degli abitanti
locali, portate avanti dal governo Berlusconi prima e, in perfetta
continuità, da quello Prodi dopo, l’Italia ha accettato il raddoppio della
base USA di Vicenza.
Se migliaia di vicentini si
sono mobilitati contro la base, favorevoli alla base sono invece sempre stati
gli enti locali e le categorie imprenditoriali (industriali, commercianti e
artigiani locali) che hanno chiesto all’ambasciatore USA facilitazioni per
sfruttare il mercato interno alla base. La torta da spartire per i lavori è
pari a 310.150.000 euro; vi concorrono molte imprese italiane e straniere, fra
cui anche tre coop “rosse”: la Cmc (Cooperativa muratori cementisti) di
Ravenna, la Cmr (Cooperativa muratori riuniti) di Ferrara e la Ccc (Consorzio
cooperative costruzioni) di Bologna.
Con il
progetto Ederle 2, il governo Prodi conferma la disposizione italiana a
partecipare a guerre imperialiste, sia con proprie milizie che fornendo
supporto logistico. Non è un caso, infatti, che l’ultima
Finanziaria abbia aumentato di ben cinque punti percentuali le spese militari,
senza contare le ulteriori spese per le “missioni”all’estero, a fronte dei
numerosi tagli a spese e servizi sociali.
Questa base
militare, in particolare, fa parte di un ampio dispositivo bellico, fatto da
installazioni italiane, statunitensi o
della Nato, che rende possibile le missioni di guerra in diversi teatri: Iraq,
Afghanistan, Libano, Balcani…
Esso permette all’Italia di
coordinare (e contrattare) le proprie missioni militari con l’alleato
statunitense e di guadagnarsi un “posto d’onore” nello sfruttamento dei mercati
locali (i giacimenti petroliferi di Nassiriya, gli appalti per la
ricostruzione in Iraq e Libano, gli affari nei Balcani…), come negli accordi
economici con gli Stati Uniti (l’elicottero presidenziale USA sarà realizzato
dalla Augusta-Westland, di cui Finmeccanica è azionista…) e nella stessa
influenza politica sulle aree d’intervento.
Oggi gran
parte di quella sinistra italiana, che giustamente rifiuta il sostanziale
allineamento alle scelte del Governo, contesta l’ampliamento di questa base. Il
problema però è che non viene tanto contestato l’uso bellico della base, quanto
il fatto che è americana: si rimprovera, cioè, una “sudditanza” agli USA, denunciando come
politica estera imperialista solo quella del presidente statunitense perché
“unilaterale”, auspicando una visione “multilaterale” e “multipolare” col
rafforzamento di ONU da un lato e della UE dall’altro, giungendo anche a
proporre un progetto di difesa europea
autonoma.
In realtà
gli USA sono solo un alleato, seppur importante, dell’Italia,
che fa parte a pieno titolo della costruenda potenza (imperialista) europea.
In tale contesto si confrontano posizioni più o meno “amichevoli” verso gli
USA in ogni Paese europeo, soprattutto per la sua ancora indiscussa supremazia
militare. Tutta la UE converge nel contendere alle altre potenze i mercati
mondiali; l'Italia ha accordi militari con Egitto, Libia, Israele e relazioni
commerciali ci sono con tutto il Medio Oriente.
Già ora non mancano le
iniziative imperialiste portate avanti con relativa o piena autonomia dagli USA: la missione in Libano
(promossa da Francia e Italia), le critiche alla politica estera USA (Somalia,
Afghanistan…), i contatti diplomatici con l’Iran (grande partner commerciale
italiano)… Opporsi alla sola alleanza con gli USA, oggi significa, di fatto,
complicità con la linea imperialista europeista. Proprio a Vicenza ha sede
la Gendarmeria europea (Eurogendfor), nuovo corpo dell’Unione europea
nato per essere impiegato in missioni militari all’estero, anch’esso frutto di
una politica “bipartisan”.
Con la diplomazia o le armi, a
fianco degli USA o contro di loro, in alleanza con altri o da solo, l’imperialismo
italiano interviene nel mondo per aumentare i profitti delle sue aziende, la
loro capacità di sfruttamento, il loro controllo dei mercati, delle fonti di
energia e materie prime.
Come comunisti internazionalisti
- ci opponiamo a tutte le basi militari
(NATO, USA, UE o italiane) e le missioni imperialiste, con o senza avvallo
dell’ONU, con o senza la partecipazione americana;
-
siamo coi lavoratori di Vicenza che
disconoscono la rappresentatività e denunciano l’asservimento delle istituzioni
borghesi ad interessi affaristici;
- ci opponiamo, in primo luogo,
all’imperialismo di casa nostra in tutte le sue possibili opzioni strategiche,
da quelle europeiste, che pretendono di essere "più avanzate", a
quelle filo-atlantiche, che mirano comunque tutte a sfruttare sempre più
intensamente, e tanto più estesamente, il proletariato italiano e quello delle
aree capitalisticamente meno avanzate, terreno di competizione
interimperialistica; siamo coi proletari di tutto il mondo
che lottano contro le rispettive borghesie ed i diversi imperialismi
oppressori.
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