
Volantini [16.12.2006]
Via la legge che crea i clandestini!
Argomenti trattati: Immigrazione
I lavoratori immigrati in
Italia sono più di tre milioni:
è
grazie agli immigrati che stanno in piedi molti settori produttivi, sono gli
immigrati che occupano i posti di lavoro più pesanti e più ingrati; sono gli
immigrati che versano contributi all’INPS garantendo le pensioni agli anziani,
sono gli immigrati che curano i vecchi non più autosufficienti.
Gli
immigrati di oggi sono gli italiani di domani.
Ma
dai giornali, dalle TV, dall’”opinione pubblica” che essi creano, da anni
sentiamo ripetere che ci sono gli immigrati buoni e quelli cattivi, i regolari e
i clandestini. Anche molti lavoratori italiani ripetono questa storiella...
anche molti immigrati lo credono!
“Tenere
i regolari, cacciare i clandestini!” noi diciamo NO!!!
È la
legge che crea i clandestini!
È la legge che li spinge al crimine privandoli della possibilità di un
lavoro regolare.
È la
legge discriminatoria che va cacciata!
la
Turco-Napolitano come la Bossi-Fini.
Queste leggi sono assurde: non puoi avere un lavoro
regolare se non hai il permesso di soggiorno, non puoi avere il permesso di
soggiorno se non hai un lavoro regolare. Più che a tener fuori dell’Italia chi,
spinto dal bisogno, viene qui ad offrire il proprio lavoro, servono a tenerli
in una condizione di continuo ricatto, a metterli a disposizione degli
sfruttatori più accaniti, a metterli contro i lavoratori nati in Italia.
Via le
barriere contro i lavoratori stranieri, via i CPT !
Via le
discriminazioni, parità di diritti!
Nessuno
è straniero tra chi è qui per lavorare!
Siamo
tutti persone umane, siamo tutti lavoratori, figli della stesa classe, siamo
tutti cittadini del mondo e tutti stranieri in questa società del capitale che
produce spreco e povertà, sfruttamento e guerra.
Siamo
tutti sfruttati da un capitale che non conosce confini, che è internazionale:
le
imprese italiane vanno all’estero in cerca di manodopera a basso costo e di
nuovi mercati, il capitale finanziario investe in ogni angolo del mondo dove
annusa profitti.
Anche la
nostra classe è internazionale.
Nati
in Italia o all’estero, con la pelle bianca, nera, bruna o con gli occhi a
mandorla, se uniti noi abbiamo la forza di difendere i nostri diritti e
migliorare le nostre condizioni.
La nostra battaglia per la parità
di diritti a tutti gli immigrati
è
la stessa battaglia per il salario e i diritti di tutti i lavoratori,
contro
il governo del grande capitale,
contro
le sue spedizioni militari.
Uniti come classe e liberati da razzismo e
nazionalismo, possiamo diventare una forza irresistibile in Italia come in ogni
regione del mondo, e condurre la lotta per rovesciare il dominio del capitale e
creare un mondo a misura d’uomo, a misura di chi lavora.
[retro]
Lavoratori italiani e stranieri: una classe, una lotta!
Da
diverso tempo i lavoratori stranieri sono sotto attacco: prima la legge Turco-Napolitano (istituzione dei CPT,
facilitazione delle espulsioni…), poi la Bossi-Fini (abbreviazione del permesso
di soggiorno, riduzione delle quote d’ingresso…), unite alle lungaggini
burocratiche (era frequente che i permessi di soggiorno arrivassero già
scaduti) hanno moltiplicato le loro difficoltà e la precarietà della loro
residenza.
Questo non ha limitato più di tanto il loro ingresso
in Italia: l’immigrazione è un
fenomeno inevitabile collegato alla globalizzazione del mercato della
forza-lavoro. Ogni tentativo di arginarla o bloccarla ha come effetto l’aumento
dell’immigrazione clandestina più che una riduzione dei flussi d’ingresso. Se
CPT, leggi liberticide e complicazioni burocratiche non hanno frenato
l’immigrazione, hanno però reso la vita impossibile agli immigrati e fatto la
fortuna di mille padroncini, caporali e affittuari in nero: gli immigrati,
specie se clandestini, hanno meno potere contrattuale degli italiani; sono più
ricattabili ed esposti all’arbitrio dei datori di lavoro, degli intermediari,
dei padroni di casa…
Le violazioni dei diritti degli stranieri si
ripercuotono su TUTTI i lavoratori:
per gli imprenditori diventa più facile ricattare i dipendenti italiani
minacciando la perdita del posto di lavoro se possono sostituirli con altri che
hanno meno diritti. Se la concorrenza fra lavoratori può spingere gli italiani a chiedere meno immigrazione
(impossibile da ottenersi con provvedimenti legislativi) e a reazioni xenofobe,
ma l’unico provvedimento efficace contro la concorrenza sfrenata fra lavoratori
è l’aumento delle garanzie per gli stranieri che ridurrebbero il potere di
ricatto degli imprenditori.
Queste garanzie sono oggi oggetto di scontro fra
piccola borghesia (che vuole manodopera irregolare e ricattabile), grande
capitale (che vuole molti lavoratori regolari) e partiti politici (che devono
fare gli interessi di questa o quella frazione borghese senza scontentare un
elettorato avvelenato dal razzismo). Ma solo un‘azione comune che unisca
italiani e stranieri per il riconoscimento degli stessi diritti potrà dare
garanzie durature. La solidarietà fra lavoratori non è una scelta, ma una
necessità per ridurre lo sfruttamento.
Solo una lotta per una società senza classi
eliminerà definitivamente lo sfruttamento, la precarietà e la concorrenza fra
lavoratori che genera razzismo e nazionalismo. L’unione fra lavoratori di ogni
nazionalità deve essere un primo passo in tale direzione.
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