Volantini [30.06.2006]
Ancora miliardi per finanziare le “missioni” di guerra? NO! “Né un uomo, né un soldo ….”

Argomenti trattati: Italia ~ Missioni Militari



Così il socialista A. Costa nel 1885, parafrasando Bebel, denuncia al parlamento la prima avventura coloniale italiana in Eritrea. Da allora centinaia di guerre imperialiste si sono succedute, da allora un filo rosso lega i rivoluzionari di ieri a quelli di oggi che lottano contro il capitalismo e per una società senza guerre e senza sfruttamento.


Il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità il decreto legge per il rifinanziamento di tutte le missioni militari italiane all’estero e un disegno legge che in sostanza stanzia un finanziamento fisso annuo per la partecipazione italiana alle spedizioni di questo tipo da inserire nelle prossime finanziarie. La sinistra di Governo, in barba alle promesse elettorali, ha ritenuto sufficiente per votare SI la garanzia che in Afghanistan non si manderà l’aviazione.
Nella finanziaria del 2005 ai 22 miliardi di € di spesa militare si sono aggiunti altri 1,2 miliardi extra per altre missioni ( Irak, Afghanistan … ) Considerando che a pagare è il lavoro, il costo del tutto è di oltre 1000 € per lavoratore (fonti Sipri e Min. difesa).
Il voto per il finanziamento delle “missioni” (Irak, Afghanistan, Kosovo, Bosnia, Albania, Libano, Egitto...) da parte della attuale “sinistra di governo” (futura “Sinistra Europea”) conferma da che parte questa sinistra si colloca negli schieramenti delle guerre del domani.

L’eventuale ritiro dall’Irak non significa una “politica di pace”. Il governo di centro sinistra vuole con questo aprirsi uno spazio di trattativa con l’Iran, di cui l’Italia è il primo partner commerciale, mentre va a potenziare il contingente militare in Afghanistan. Se prende le distanze dagli Stati Uniti è per riavvicinarsi a Germania e Francia, in particolare per rafforzare l’influenza europea in Africa, tutti pronti a impegnarsi in altre guerre. Non è un caso che Franco Giordano, neo segretario del PRC, suggerisce l’invio di truppe in Sudan e Congo, dove Germania invierà metà dei 1.500 uomini di una spedizione europea. Questa sinistra che ha avuto il consenso elettorale di “tanti”, votando i crediti alle imprese militari rappresenta concretamente gli interessi dei pochi. Ė questa la democrazia borghese: raccogliere il consenso dei tanti per gli interessi dei pochi.

A chi interessa finanziare le“missioni di pace”?

Alle imprese industriali, commerciali e di servizio che si accaparrano appalti, quote di mercato e lucrosi profitti, alle banche e ai gruppi finanziari per trarre interesse e rendite, alle industrie belliche (quelle italiane sono tra le prime nel mondo), agli apparati militari alimentati da assurde spese parassitarie, allo Stato e ai suoi governi che rappresentano questi interessi che contano realmente.

Per gli interessi dei pochi si alimentano guerre sanguinose.

E’ questo il Capitalismo!

Opporsi ad esso è la sola coerenza contro la guerra!

L’opposizione alle guerre è l’interesse di tutta l’Umanità

Bisogna che gli individui e i lavoratori più coscienti si organizzino e lottino affinché gli interessi della specie umana diventino realtà.

Le guerre dovranno restare nel ricordo della preistoria capitalistica dell’Umanità!

Oggi diciamo ancora con più forza:

Né un uomo, né un soldo!


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