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Volantini: NO alla spedizione militare in Libano
Articolo del 02.09.2006 postato da stradivari --> letture 2521

Libano: dopo i massacri, le truppe ONU, Italia in testa. Come gli avvoltoi.
Tremila soldati italiani stanno sbarcando in Libano. I mass media inneggiano alla “missione di pace” e all’abilità del Gorverno Prodi-D’Alema di “alzare il profilo internazionale” dell’Italia infilandosi tra le macerie. La pace sulla bocca dei cannoni? contro chi spareranno per “portare la pace”?
Noi diciamo un forte NO!

Non è una missione di pace, ma di influenza imperialista, foriera di nuove guerre.

I pacifisti di ieri sono oggi i più entusiasti fans delle truppe armate fino ai denti. Ma basta un berretto ONU a tramutare i falchi in colombe? L’ONU è comandata dalle potenze imperialiste. Può agire solo quando esse sono d’accordo, è impotente quando si scontrano: per questo non potrà mai impedire una guerra imperialista. Anche questa volta ha lasciato bombardare le popolazioni civili per un mese, e ha adottato una “risoluzione” ambigua per il cessate il fuoco solo quando è sembrato conveniente a tutte le grandi potenze e allo stesso Israele (che continua a bloccare porti e aeroporti libanesi, mentre la Siria ha sospeso le forniture di elettricità).

Nonostante le enormi distruzioni e un migliaio di morti civili, Israele, tra contrasti interni, ha mancato l’obiettivo di smantellare le milizie Hezbollah in Libano, armate dall’Iran. Iran e Siria hanno cantato vittoria, sperando di veder aumentato il proprio potere contrattuale, a poco prezzo (a pagare è stato il proletariato libanese).

Le potenze europee vedono uno spazio per ristabilire proprie aree di influenza separatamente dagli USA, presentandosi come “pacieri” sotto l’ombrello ONU. Le truppe ONU potranno sparare per difendersi... anche preventivamente. Missione di pace con licenza d’uccidere. E i reati contro i civili non saranno punibili dalle autorità libanesi.

Il governo italiano, in perfetta continuità con tutti i governi del passato, da quelli liberali a quelli fascisti, democristiani, craxiani, e berlusconiani prosegue nella tradizionale politica di interventismo mediterraneo dell’imperialismo italiano: ieri con l’aggressione coloniale, oggi col berretto ONU e la benedizione UE e USA.

I grandi gruppi industriali e le grandi banche vedono la penetrazione militare come uno strumento per consolidare le loro posizioni: “da tempo i nostri militari sono... un asset nazionale quanto la moda, le macchine utensili... è consigliabile che la missione di pace abbia un forte sostegno popolare... qualcosa di simile all’affetto per la nazionale in Germania”, scrive il Sole-24 Ore del 25/8. Il tifo per il cannone, dopo quello per il pallone: alimentato ad arte dai mass media, è proprio quello che ha sostenuto tutti i grandi macelli del passato.

Anche gli ex pacifisti sono ora arruolati.

Forse ci si dimentica l’analoga missione dell’82, quando i soldati italiani lasciarono sguarnita l’area dei campi di Sabra e Chatila permettendo il massacro dei profughi palestinesi inermi da parte delle milizie cristiano-maronite, allora appoggiate dalla Siria, sotto il vigile sguardo delle forze israeliane.

In palio c’è anche il business della ricostruzione (creato dalle bombe israeliane), che ha già fatto salire alle stelle le azioni delle grandi imprese di costruzione libanesi controllate da sunniti e drusi (il cinismo del capitale: mille morti proletari e un milione di sfollati valgono bene una messe di profitti).

Mentre Stati Uniti e Gran Bretagna e di fatto anche la Germania si tengono le mani libere, con le loro flotte pronte a intervenire, la partita libanese è parte della più grande partita per il controllo del Medio Oriente giocata, oltre che con l’occupazione dell’Irak, anche col braccio di ferro con l’Iran sul nucleare. Una partita tra le borghesie locali e tra gli imperialismi, in cui USA, GB, Francia, Russia, Cina e Germania, con il convitato di pietra Giappone, usano le ambizioni iraniane per portare avanti ciascuno i propri interessi a scapito degli altri. Una partita infida, a carte coperte, che non mancherà di produrre nuovi massacri.

Nessuna pace potrà durare finché il Medio Oriente resterà alla mercé degli interessi delle avide borghesie nazionali e degli imperialismi; solo il proletariato, liberato dall’influenza del nazionalismo potrà portare pace lottando per una società senza classi. Non il pacifismo, ma la lotta contro il capitalismo.

Solo una coerente opposizione all'imperialismo del proprio paese, che ne rigetti le missioni militari sia a fianco degli USA che degli europei potrà rafforzare le posizioni internazionaliste.

E’ necessario unire le forze di chi in Italia si oppone all’imperialismo italiano.

No alle missioni militari dell'imperialismo italiano, in Libano e altrove!

 
Argomenti trattati:
  • Italia
  • Libano
  • Ideologie
  • Missioni Militari
  • Nazioni Unite

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