La centralità geografica, economica e politica della
Germania ha determinato, determina e determinerà la
storia europea; oggi come ieri tutte le vie delle diplomazie
europee passano per Berlino, l'imperialismo
tedesco condiziona e influenza il movimento del
vecchio continente rallentando o accelerandone i ritmi
di marcia. “L'Europa gira come gira la Germania”.
Se è innegabile la tendenza storica all' unificazione
economica e politica del continente europeo, in sede di
analisi scientifica la semplice constatazione o la sola
individuazione della tendenza medesima non sono
sufficienti se non viene contemporaneamente anche
individuata la forza reale che può concretizzare tale
processo. Definita quindi la tendenza all' unificazione
europea, il problema cardine per l'analisi è l' indiv iduazione
della forza che può realmente attuare la
tendenza in corso.
La nostra analisi ha individuato nella potenza tedesca
la forza propulsiva del processo europeo: l'Europa
riuscirà a sciogliere il nodo della propria centralizzazione
politica solo e nel momento in cui l’imperialismo
tedesco avrà la forza per imporre, anche per via pacifica,
la sua egemonia sul vecchio continente.
Dopo i due primi tentativi compiuti dalla Germania
per mano militare, tentativi che hanno partorito le due
guerre mondiali imperialiste, lo Stato tedesco sconfitto
viene arginato nel quadro strategico di Yalta:
A Yalta non vi è stata una divisione del mondo perchè
gli Stati Uniti, che lo avevano conquistato, non dovevano
dividerlo con nessuno […] Vi fu una cessione all'
Urss dell' Europa orientale e balcanica da parte degli
Usa. Questi cedettero un mercato che non era loro ma
dell' imperialismo europeo e si tennero tutti gli altri
mercati […] Inglobando il mercato europeo orientale
l'Urss si sarebbe certamente rafforzata, ma avrebbe
dovuto necessariamente difenderlo dalla penetrazione
tedesca, […] la resistenza russa […] avrebbe finito con
il rallentare lo sviluppo della potenza tedesca e, di riflesso,
delle altre potenze europee.1
E' in questo quadro strategico che si pongono le condizioni
per un inedito asse tra Francia e Germania e per
il rilancio della tendenza alla centralizzazione europea
che l'esito della seconda guerra mondiale aveva
nuovamente stroncato; alla Francia andò in dote una
quota della forza economica tedesca, attraverso la
gestione comune di risorse soprattutto tedesche, quali
per esempio il carbone e l'acciaio. Tanto più la
Germania risorgeva dalla sconfitta tanto più Parigi
condizionava il suo appoggio politico ad un trasferi-mento di risorse dalla riva orientale a quella
occidentale del Reno; la Francia bilanciava la sua
relativa debolezza economica con la forza economica
tedesca, mentre l'imperialismo tedesco bilanciava la
sua minorità politica, che Yalta gli imponeva, con la
relativa forza politica francese.
La bomba atomica francese si univa così al marco
tedesco sotto l'ombrello renano e l'asse franco-tedesco
diventava una solida base per ogni politica europea e
per la nascita delle varie istituzioni comunitarie. Lo
squilibrio francese si legava allo squilibrio tedesco in
un assetto di equilibrio posto al centro dell' Europa.
Se l'asse renano era figlio degli equilibri politici stabiliti
a Yalta, con la cesura storica del 1989-1991 si ha
l'esaurimento politico di quegli assetti; il crollo
dell'Urss e la riunificazione tedesca annullano alcuni
dei presupposti dell'alleanza franco—tedesca, la
Germania bilancia la sua forza economica recuperando
territorio e pienezza politica, ma nel contempo
sbilancia il suo rapporto con Parigi.
Il nuovo equilibrio tedesco determina lo squilibrio
renano.
Il rapporto Parigi-Bonn diventa il rapporto Parigi-
Berlino, la Germania rafforza l'elemento prussiano a
scapito di quello renano e rafforza la direttrice orientale
a scapito della direttrice occidentale.
In un contesto geopolitico così profondamente mutato
permane l'esigenza francese di contenere la forza
tedesca: Edouard Balladur (ministro francese
dell’Economia e delle Finanze sotto il governo Chirac
dal 1986 al 1988) lancia l’idea di una moneta unica
europea per mezzo della quale poter privare i tedeschi
del simbolo principe della loro potenza, il marco, facendone
condividere la forza con tutti gli Stati
dell’Unione.
Attraverso la moneta unica europea la Germania
riesce a far accettare la propria unificazione politica e
la Francia riesce da un lato a contenere l'egemonia
economica della Germania in Europa e dall'altro a
sfidare l'egemonia del dollaro nel mondo. L'euro è il
prezzo che l'imperialismo tedesco deve pagare per la
propria unificazione ma anche un'ulteriore dimostrazione
di come interessi particolari, differenti o
contrastanti possano a volte convergere determinando
e producendo un salto qualitativo in un processo,
quale la moneta unica nel processo europeo.
I cambiamenti avvenuti con la fine di Yalta cambiano
la Germania: l'imperialismo tedesco sembra libero
ormai di giocare su più tavoli, il rafforzamento della
direttrice orientale, non più arginata dal contenimento
politico-militare russo, permette più opzioni
all'esterno e contemporaneamente accentua lo scontro
all'interno nella scelta e nella definizione di tali
opzioni.
Il minor condizionamento nei confronti di Parigi viene
sancito nelle elezioni politiche del 1998 : dopo 16 anni
di ininterrotto potere il Cancelliere democristiano
Helmut Kohl, massima espressione politica della
relazione renana, viene sostituito dalla coalizione
rosso-verde guidata dal socialdemocratico Gerhard
Schröder. Berlino allenta il rapporto con Parigi e
sembra muoversi più liberamente ponendosi al centro
dei rapporti triangolari con Francia e Gran Bretagna.
La Germania si dimostra più assertiva in Europa ma
non solo; le elezioni politiche del 2002 vivono una
campagna elettorale fortemente caratterizzata da
tematiche di politica estera, in relazione alla possibilità
che gli Usa attuino una guerra preventiva nei
confronti dell' Iraq si discute del rapporto con
Washington. Le due coalizioni si contrappongono
anche e soprattutto su questo tema e a vincere la
tornata elettorale sarà ancora la coalizione
rosso-verde, guidata dal Cancelliere Schröder e dal
ministro degli Esteri Joschka Fischer, che si dichiara
contraria ad una nuova guerra del Golfo e che si fa
portavoce di un rapporto con gli Usa meno vincolante:
l'assertività tedesca varca l'oceano. L'imperialismo
tedesco utilizzerà l'ideologia del pacifismo quando la
guerra all'Iraq diverrà evento reale per attuare una
politica più libera nei confronti di Washington; l'atteggiamento
di ostilità nei confronti della guerra del
Golfo riavvicina Berlino a Parigi , l'asse francotedesco
sembra riacquisire nuovo vigore unendosi
in contrapposizione alla politica estera statunitense.
L'asse renano si ripresenta così con forza sulla scena
imperialistica, non solo europea ma anche mondiale,
ma con caratteristiche profondamente differenti rispetto
all'edizione in vigore con Yalta. L'unificazione
tedesca ha sbilanciato il rapporto con Parigi a favore
di Berlino, oggi l'asse sembra maggiormente influenzato
dalla forza tedesca e in virtù di questo pare
più corretto definirlo un asse tedesco-franco.
La possibilità di muoversi nella contesa imperialistica
in maniera meno vincolata e di scegliere più liberamente
tra più opzioni e tra direttrici economiche
alternative, ha prodotto all'interno del sistema politico
tedesco cambiamenti, non solo formali, dovuti ad una
radicalizzazione dello scontro interno. Il sistema politico
tedesco si era caratterizzato sotto Yalta in un
sistema bipolare mitigato dalla funzione del terzo
partito, storicamente sostenuta dal partito liberale: la
FDP, il partito di potenti frazioni industriali e finanziarie
della borghesia tedesca, agiva come ago della
bilancia determinando le coalizioni governative, esercitando
un ruolo correttivo e condizionante nella compagine
governativa e garantendo continuità politica
nella discontinuità delle alleanze di governo. Il quadro
del dopo unificazione sembra anche da questo
punto di vista essersi profondamente modificato, lo
scontro politico è ora realmente bipolare, la funzione
del terzo partito pare essere scomparsa e la contesa si
esplica nel confronto tra due coalizioni più unite al
loro interno e più distanti tra loro.
Per la Germania è arrivato il momento delle scelte.
1. Arrigo Cervetto, La vera spartizione del mondo tra Urss e Usa”,
«Lotta Comunista» n° 29-30, settembre-ottobre 1968
A.G.