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N°6 Pagine Marxiste - Gennaio 2005
L'impegno dei ferrovieri internazionalisti nelle lotte per la sicurezza


Il disastro ferroviario di Crevalcore del 7 gennaio scorso, con 17 morti il più grave degli ultimi vent'anni in Italia, ha suscitato una forte volontà dei lavoratori di battersi sui problemi della sicurezza. Essa si è deteriorata in un contesto ormai ventennale di forte precarizzazione del lavoro nelle ferrovie, accelerata dall'applicazione del "Contratto delle Attività Ferroviarie" (firmato da tutti i sindacati ad eccezione delle sigle di base), che ha aumentato le prestazioni lavorative per gli operatori legati a mansioni di sicurezza.
I ferrovieri della nostra organizzazione sono stati tra i promotori e gli organizzatori dello sciopero del 16-17 gennaio, deciso a margine dell'assemblea nazionale dei ferrovieri tenutasi a Bologna il 12 gennaio. L'assemblea dava mandato ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), tra cui un nostro compagno, di proclamare lo sciopero senza rispettare il periodo minimo di preavviso.
Le rivendicazioni scaturite dal dibattito chiedevano il ritiro delle delibere del gestore Infrastruttura riguardanti l'introduzione del famigerato "uomo morto" sui locomotori (per eliminare il secondo macchinista), la revoca dei licenziamenti e delle sanzioni disciplinari verso macchinisti e capitreno che avevano effettuato iniziative sulla sicurezza, assunzioni e abolizione dei contratti atipici, l'estensione dei sistemi di Ripetizione Segnali e dei collegamenti telefonici Terra-Treno.
Lo sciopero ha registrato adesioni molto alte e scavalcato i vertici confederali, che si sono fatti cogliere completamente impreparati; le reazioni più scomposte sono arrivate dalla FILT-CGIL, il sindacato più aziendalista e produttivista, dalle cui fila provengono molti quadri e dirigenti FS; alla fine dell'agitazione alcuni esponenti della FILT diffondevano percentuali di adesioni allo sciopero inferiori a quelle della stessa impresa FS.
Il significato che diamo alla lotta in difesa della sicurezza è quello della denuncia della logica del profitto, supportata dall'analisi marxista del processo di ristrutturazione che sta investendo le ferrovie europee.
Al cronico ritardo nell'adeguamento dell'infrastruttura ferroviaria rispetto alla saturazione di alcune linee direttrici si affianca il tentativo di tagliare ulteriormente il personale - introducendo oltretutto tecnologie obsolete e tutt'altro che ergonomiche - riducendo inoltre i tempi destinati alla formazione e all'aggiornamento, al fine di risparmiare sui costi.
Negli stessi giorni ci arrivavano le notizie dai ferrovieri polacchi, impegnati negli scioperi contro la ristrutturazione delle ferrovie statali PKP. La lotta, iniziata a Cracovia, Poznan, Lublino, si andava estendendo al resto del Paese.
Lavoriamo per allargare il fronte di lotta oltre i confini nazionali con rivendicazioni comuni unificanti per tutti i ferrovieri, contro i disastri del capitale.






Nucleo Ferrovieri Internazionalisti

pagine MARXISTE

Pubblicato su: 2005-06-18 (1515 letture)

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