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N°46 Pagine Marxiste - Novembre 2018
Mario Donalisio “Pantera”
Ricordando




Abbiamo appreso da «Il Programma Comunista» della scomparsa del compagno Mario Donalisio.
Nato nel 1928, partecipò alla lotta antifascista nella brigata Superga di Giustizia e Libertà col nome di battaglia “Pantera”. Operaio meccanico, nell’agosto del 1946, assieme ad una quarantina di partigiani dell’Astigiano al comando di Armando Valpreda riprese le armi e raggiunse Santa Libera, sulle colline, per protestare contro le persecuzioni contro i partigiani e l’impunità per i criminali fascisti, favorita dall’amnistia Togliatti. L’allarme creato dalla ribellione, che andava estendendosi dappertutto nel Nord con altri nuclei partigiani che dissotterravano le armi, tornavano in montagna e imponevano agli industriali già collaborazionisti l’as-sunzione dei partigiani senza lavoro, fece sì che si mobilitassero i burocrati dei partiti di governo, PCI in testa con gli ex comandanti partigiani allineati, i quali convinsero i ribelli di Santa Libera a rientrare dietro false promesse puntualmente non mantenute.
La delusione fu enorme. Donalisio ne trasse le conseguenze ed aderì al Partito Comunista Internazionalista, che ad Asti aveva una delle sue sezioni più numerose, grazie al lavoro portato avanti in clandestinità da Mario Acquaviva, che era stato ucciso dagli stalinisti a Casale Monferrato nel luglio del 1945. Il lavoro di sezione era portato avanti da coloro che erano stati al fianco di Acquaviva: il cestaio Secondo Comune, che viveva in miseria ed aveva le mani deformate dalla fatica e dalle privazioni, il pittore Giovanni Arri, e numerosi operai. Aderì al partito anche Mario Porcellana, astigiano, operaio della Way Assauto, che aveva combattuto nella stessa brigata GL di Mario.
Giovanni Gerbi, partigiano partecipante alla rivolta di Santa Libera, dieci anni fa organizzò un incontro con Donalisio e Porcellana alla stazione di Asti. Fu un confronto cordiale, schietto, sincero, tra compagni, non senza momenti di ilarità (Donalisio e Gerbi fecero il loro ingresso nella piazza affiancati, ognuno alla guida della propria Ape Piaggio). Donalisio aveva fatto proprie le posizioni fortemente critiche del PCINT sulla Resistenza, così come Porcellana, mentre Gerbi che per lunghi anni militò nel PCI, ma con una coscienza critica, prima di uscirne, continuava (e continua ancora oggi) a portare avanti i “valori traditi” della parte migliore della Resistenza. Ne nacque un dibattito estremamente interessante.
Donalisio raccontò dell’attività della sezione internazionalista nel dopoguerra, degli scontri col PCI, fino all’implosione del 1982 quando, di nuovo deluso, abbandonò ogni attività continuando comunque a sostenere «Il Programma Comunista». ■







Pubblicato su: 2018-12-19 (476 letture)

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