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Per aggiornamenti e comunicati:


Manifestiamo a Roma il 24

Nel totale silenzio dei media, tutti tesi ad amplificare ogni battuta della sceneggiata elettorale, sabato 24 febbraio il SI Cobas organizza una manifestazione a Roma “Contro sfruttamento, razzismo e repressione! Per un fronte di lotta anticapitalista!” motivando che “Le conquiste e i diritti si strappano con la lotta; in sua assenza il voto non può che portare illusioni e delusioni”.

Nella piattaforma di lotta, obiettivi economici e politici condivisibili, su orario, salario, salario garantito, casa, immigrazione, sanità, istruzione, contro la guerra, le spese militari e la repressione.

Pensiamo sia una iniziativa importante, anche per la collocazione alla vigilia delle elezioni che rimarca la strada dell’organizzazione e della lotta rispetto a quella della delega elettorale e parlamentare. Non si tratta di slogan parolai come spesso sentiamo a sinistra, ma del tentativo di proiettare sul terreno politico lotte vere che quasi quotidianamente il SI Cobas sta conducendo soprattutto nel settore della logistica ma non solo, nelle quali migliaia di lavoratori in gran parte immigrati, organizzandosi e lottando a testa alta, sfidando la repressione padronale e poliziesca, passano dal subire uno sfruttamento senza freni alla conquista di condizioni di lavoro dignitose. La manifestazione di sabato è preceduta, venerdì 23 febbraio, da uno sciopero nazionale della logistica e trasporto merci, per un contratto migliorativo e la non applicazione del contratto bidone firmato dai confederali.

Articolo del 20.02.2018 postato da fda641 (100 letture)



Afrin sotto i cingoli turchi e il cinismo delle potenze

Da un mese è in corso l’offensiva turca sul cantone di Afrin, la ridotta curda che insieme agli altri due cantoni della Rojava (Kobane e Jasira) ha dato rifugio a tanti sfollati in fuga dalla morte, non importa se arabi, non importa di quale confessione.

Due isole non certo felici, non certo di un impossibile socialismo cantonale, ma due isole di convivenza tra etnie e religioni che altrove sono state spinte a scannarsi tra loro tutto intorno, in Siria e Medio Oriente, un’isola di emancipazione della donna (in armi), di tentativi di porre la vita di comunità al di sopra degli interessi dei singoli, di partecipazione senz’altro più reale alla vita pubblica rispetto alle nostre marce democrazie-spettacolo.

Ma l’auto-amministrazione e l’auto-difesa dei curdi è vista come un pericolo dalla Turchia di Erdogan perché con i suoi collegamenti con il PKK può fornire un retroterra ai milioni di curdi oppressi e repressi dentro i confini dello Stato turco. “Combattere il terrorismo”, cioè schiacciare Afrin, e poi Kobane “è una questione vitale per la nazione” sbraita da un mese Erdogan mentre inietta veleno nazionalista nelle orecchie dei turchi contro i curdi.

Pensava fosse una passeggiata, ma avendo trovato una forte resistenza, dopo un mese ha annunciato che, conquistati 37 villaggi circostanti e ammazzate centinaia di combattenti e di civili, i carri armati turchi porranno Afrin sotto assedio: la fame, le distruzioni, i morti che avevano tenuto fuori delle loro contrade combattendo contro ISIS e altre bande islamiche, ora arrivano direttamente dal loro mandante turco. Tra il secondo esercito della Nato e l’esercito popolare di una piccola provincia, a cui gli americani si sono ben guardati dal fornire armi pesanti, non c’è partita.

Articolo del 19.02.2018 postato da fda641 (33 letture)



MILANO: sabato ore 15 presidio a piazzale Lotto per liberazione prigionieri politici iraniani
 A Milano sabato 3 febbraio alle ore 15 partecipiamo al presidio in Piazzale Lotto, angolo via Monte Bianco, nei pressi del consolato iraniano!

Articolo del 28.01.2018 postato da fda641 (23 letture)



A PROPOSITO DEL DISASTRO DI PIOLTELLO
Il terribile disastro ferroviario di Pioltello (6,58 del 25 gennaio 2018, deragliamento del treno 10452 Cremona-Milano carico di pendolari, 3 morti e centinaia di feriti) è davvero emblematico rispetto alle contraddizioni di un sistema basato sul profitto.
Da subito la pista seguita per individuare le cause si è concentrata sull’infrastruttura piuttosto che sul materiale rotabile: è stata avanzata l’ipotesi della rottura della rotaia, poi verificata in un punto di giunzione tra due spezzoni collegati da una piastra bullonata (detta eclisse o fishplate). Dunque un cedimento infrastrutturale. La parte superiore della rotaia (il “fungo”), quella dove avviene il rotolamento, si è spezzata per 23 cm., e questo avrebbe fatto sviare una vettura del convoglio che, dopo 2 km di corsa fuori dai binari, è deragliato. È comunque presto per trarre conclusioni. Ma qualcosa si può, e si deve dire.
 
Articolo del 26.01.2018 postato da fda641 (49 letture)



Dopo Kobane, Afrin
Come da tempo aveva minacciato, Erdogan ha iniziato l’invasione di Afrin, una enclave curdo siriana, all’estremità nord del governatorato di Aleppo, sul confine turco-siriano. E’ una striscia di terra strategicamente decisiva per un eventuale territorio unificato e autonomo curdo in terra siriana, perché solo una striscia di terra la separano da Kobane e dalla Rojava, l’altro territorio curdo-siriano. Strategica anche perché un’altra striscia di terra, appartenente alla Turchia, la separa da un eventuale sbocco sul Mediterraneo.
Due buoni motivi altrettanto strategici per la Turchia di Erdogan di schiacciare sul nascere ogni velleità di indipendenza.
La primavera araba del 2011 e la guerra siriana hanno dato ai curdi siriani l’opportunità di uscire dall’oblio politico. Assad alle prese con la ribellione interna nel 2012 ha ritirato le sue truppe, lasciando ai curdi lo spazio per costituirsi nella Rojava in governo autonomo, controllato dal PYD, Partito dell’Unione democratica, con proprie milizie (YPG). La piccola entità curda ha tentato di creare forme di democrazia dal basso, una federazione di comunità locali che salvaguardasse il pluralismo e la multietnicità, una forte partecipazione della comunità (e in particolare delle donne), certamente progressiva e degna di nota se si considerano le difficoltà oggettive e il carattere reazionario degli altri governi medioorientali. Nel luglio 2012 inizia la battaglia di Aleppo fra gruppi islamici, fra cui avamposti dell’Isis, e truppe di Assad, una battaglia combattuta casa per casa, con episodi di inaudita ferocia. I ribelli islamici possono contare sul sostegno finanziario, militare e logistico della Turchia, che comunque ha come costante obiettivo di tenere separate Afrin da Rojava, tagliare i rifornimenti ai cantoni siriani e tagliare i collegamenti con i curdi della Turchia e col PKK. Man mano che l’Isis si espande a ovest in Siria fra 2013 e 2014 i curdi diventano un’importante pedina nel gioco statunitense, e ottengono sostegno (armi, cibo, intelligence ecc.) copertamente da Israele (dove esiste una forte comunità curda) e abbastanza palesemente dagli Usa. Dopo l’intervento diretto Russo anche Putin ne coltiva la collaborazione.
Articolo del 24.01.2018 postato da fda641 (24 letture)



Al lavoro come in guerra: il nemico è in casa nostra
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo comunicato del Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio:

Ancora una volta, ieri a Milano, tre operai sono morti sul lavoro.
Secondo le prime ricostruzioni sembra che i primi due lavoratori – Arrigo Barbieri, 57 anni, responsabile di produzione e Marco Santamaria, 42 anni, elettricista – appena scesi nel locale sotterraneo, profondo due metri, che contiene il forno in cui si scalda l’acciaio; abbiano perso subito i sensi a causa dell’aria satura di gas. Un altro operaio – Giuseppe Barbieri, fratello di Arrigo – resosi conto del pericolo, ha chiamato aiuto e con Giuseppe Setzu, 48 anni, nel tentativo di salvarli scende nella camera sotterranea: i due, a loro volta, rimagono intossicati. Altri due lavoratori cercano di portare aiuto ma l’ambiente saturo di gas li costringe a indietreggiare (rimarranno intossicati). In quattro rimangono intrappolati nella camera a gas nella fabbrica . «Lamina Spa» di via Rho 9 a Milano. Tre sono uccisi subito e uno è in condizione gravissima.
Articolo del 19.01.2018 postato da fda641 (28 letture)



Dall’Iran alla Tunisia, dal Sudan al Venezuela Esplode la protesta contro il carovita e i governi reazionari
Pressoché assenti dai telegiornali nostrani, tutti presi dal teatrino pre-elettorale e al massimo interessati ai volteggi dei pattinatori nordcoreani a Seul, esplodono le lotte dei lavoratori contro l’aumento dei prezzi dei generi di prima necessità, contro l’impoverimento complessivo dei lavoratori, contro la disoccupazione.
Le manifestazione, la rivolta, sono spontanee, protagonisti sono i giovani e giovanissimi.
Articolo del 10.01.2018 postato da fda641 (31 letture)



Viva la lotta dei proletari iraniani contro il regime degli ayatollah!

In Iran le manifestazioni di protesta, iniziate giovedì 28 dicembre a Mashad, la seconda città del paese, si sono rapidamente estese a una sessantina di città, dando sfogo a una rabbia compressa da decenni e a un odio nei confronti del regime islamico finora tenuto nascosto da un sistema capillare di controllo e repressione. La scintilla che ha provocato l’esplosione è stato l’aumento dei prezzi di generi alimentari come le uova e la carne di pollo, ma il malcontento covava da tempo sotto le ceneri, ed era esploso in occasione del disastro minerario nel Golestan nel maggio scorso (33 minatori morti), quando la passerella mediatica del presidente Rouhani si era trasformato in una fuga precipitosa tra gli insulti dei minatori che avevano preso d’assalto la sua auto blindata.

Articolo del 04.01.2018 postato da fda641 (46 letture)



Gerusalemme: il dramma palestinese e il cinismo dei governi

A Gerusalemme Est 420 mila palestinesi “residenti permanenti” vivono dal 1967 in una sorta di limbo legale, non sono né cittadini israeliani né cittadini giordani, non godono dei servizi, scolastici o sanitari, devono chiedere il permesso di lavoro come un immigrato anche se sono nati lì da famiglie che risiedono lì da generazioni; se vanno all’estero per un periodo superiore a tre mesi perdono il diritto di tornare. Dal 1967 ne sono stati espulsi quasi 15 mila, a molti è stata distrutta la casa con futili pretesti. La polizia conduce una pervicace campagna di persecuzioni quotidiane per indurli ad andarsene. Israele ha costruito gruppi di condomini dove si sono insediati 44 mila israeliani, destinati a tener accesa la provocazione. Tutti gli uomini d’affari israeliani si fregano le mani all’idea di quanti profitti garantirebbe una ristrutturazione su larga scala della storica Gerusalemme Est, liberata ovviamente dei palestinesi.

A Gaza o meglio fra le macerie di Gaza, in cui la fornitura di elettricità e servizi è un optional affidato al caso, in cui i servizi sanitari o le infrastrutture minime sono del tutto inadeguate, i palestinesi sono chiusi come in una gabbia, mentre a pochi chilometri sul mare fervono le ricerche intorno a depositi offshore di idrocarburi di dimensioni, pare, incredibili. Era logico che all’annuncio di Trump secondo cui gli Usa riconosceranno Gerusalemme come capitale di Israele ed vi trasferiranno la propria ambasciata, i palestinesi reagissero.

Articolo del 13.12.2017 postato da fda641 (23 letture)



I gangsters di Lotta Comunista in azione
Mentre a Modena la polizia di Stato cercava invano di impedire il corteo dei lavoratori, a Bergamo una squadraccia di Lotta Comunista veniva mobilitata da Milano e da Genova per impedire una riunione sul tema della condizione giovanile, contro il capitalismo, convocata da un gruppo di giovani aderenti alle posizioni di Pagine Marxiste. Ovviamente questo “partito-azienda” che fa concorrenza a Herbalife e Avon nel door-to-door, che si riempie la bocca di internazionalismo ma non dice una parola contro la politica imperialista del governo  italiano e regge il bordone alla Camusso in cambio di poltrone in CGIL, non trova migliore impiego per il suo servizio d’ordine che nell’impedire le iniziative dei rivoluzionari.
 
Oltre a rilanciare le diffamazioni diffuse dalla Polizia di Stato contro il SI Cobas, che la stessa RAI e diversi quotidiani hanno dovuto smentire,  gli scherani inviati a bloccare l’accesso a una sala comunale per la quale era stato regolarmente pagato l’affitto, seguendo le istruzioni del loro boss Renato Pastorino, hanno espresso minacce contro i presenti e contro tutti i membri della redazione di Pagine Marxiste, in particolare contro il compagno Alessandro Pellegatta, coordinatore nazionale dei ferrovieri della CUB Trasporti, per il suo necrologio di Fulvio Dal Bò (Pagine Marxiste di dicembre 2016), in cui viene ricordata una precedente aggressione di LC a un’iniziativa di Pagine Marxiste del novembre 2003 (contro l’intervento Italiano in Iraq), e sono arrivati a minacciare una compagna dicendole “sappiamo in quale scuola va tuo figlio”.
 
Non avendo argomenti politici pubblicamente sostenibili contro Pagine Marxiste, nella logica aberrante di questa setta che si autodefinisce “partito leninista” queste azioni squadristiche e minacce in stile mafioso hanno una duplice funzione: da un lato impedire a dei comunisti di intervenire nel settore giovanile (leghisti e cattolici sono invece tollerati) per mantenere una sorta di monopolio a sinistra, dall’altro lanciare un monito all’interno: chi esce da LC non deve fare politica comunista – tutto bene invece se passa armi e bagagli alla borghesia – altrimenti sarà oggetto delle attenzioni della sua polizia interna.
 
Invitiamo tutti i compagni e coloro che rifiutano questi metodi a denunciare pubblicamente questa nuova aggressione, ad isolare nei vari ambiti gli esponenti di Lotta Comunista, a non finanziare questa organizzazione che si presenta in doppiopetto di fronte alla borghesia e ai poteri costituiti e con il volto malavitoso di fronte ai compagni.
Articolo del 03.02.2017 postato da fda641 (392 letture)



In Breve: Contro il terrorismo di stato sionista
Per l'autodeterminazione del popolo palestinese, per l'unione del proletariato palestinese e israeliano contro i loro sfruttatori, per un fronte unico proletario mediorientale contro ogni borghesia ed ogni imperialismo, per la rivoluzione, per il socialismo.
L' attacco da terra da parte dello Stato sionista di Israele, espressione di una borghesia espansionista e colonizzatrice, sta facendo l'ennesima strage tra le popolazioni civili di Gaza, “coadiuvato” in questo da una borghesia palestinese tanto spregiudicata quanto corrotta.
Hamas, pur non avendo alcuna possibilità di prevalere militarmente, usa i razzi in modo così stolto come mezzo per sollecitare finanziamenti e acquisire credito presso sponsor internazionali, alla faccia di quelle popolazioni che dice di rappresentare.
Articolo del 22.07.2014 postato da stradivari (2788 letture)



Volantini: Bagno di sangue 'democratico'
Dopo una fase di “repressione controllata” in cui le uccisioni si alternavano ai tentativi di dialogo, il braccio di ferro fra i Fratelli Musulmani e i militari è sfociato in un massacro. Mentre scriviamo il bilancio si aggrava di ora in ora: alla giornata di giovedì 15 agosto i morti ufficialmente riconosciuti sarebbero oltre 600 e venerdì altri 173, mentre la Fratellanza parla di 4500 morti in tutto l’Egitto.
Il golpe laico che avrebbe dovuto salvare il paese arabo da una nuova autocrazia islamica si è tradotto in una prevedibile sanguinosa repressione che oggi colpisce i sostenitori del deposto presidente Morsi ma che sin dalla nascita dell’Egitto repubblicano è sempre stata usata per opprimere la classe lavoratrice. I lavoratori sono stati in prima fila nelle lotte per scacciare Moubarak, ma vengono oggi schiacciati dalla falsa alternativa laici/islamisti che maschera il carattere di classe dello Stato egiziano.
Articolo del 17.08.2013 postato da fda641 (3586 letture)



In Breve: 73 anni fa l'assassionio di Trotsky
Nel pomeriggio del 20 agosto di 73 anni fa l'agente stalinista Mercader colpiva alla testa con una piccozza il compagno Lev Trotsky. Il "viejo" rivoluzionario moriva il giorno successivo.
Articolo del 20.08.2013 postato da fda641 (2917 letture)



Volantini: Dove trovare gli articoli e volantini
Il gruppo di Pagine Marxiste è parte attiva del percorso COC - Comunisti per l'Organizzazione di Classe quindi i volantini e altro materiale li trovate qui
Articolo del 16.06.2013 postato da stradivari (3813 letture)



Volantini: Finmeccanica: una corruzione normale


Finmeccanica: una corruzione normale

Con l'arresto e le dimissioni del presidente Giuseppe Orsi la vicenda Finmeccanica continua a tenere banco nella cronaca, ben accompagnata dallo scandalo MPS e dalle disavventure giudiziarie del "Celeste" Formigoni.

Con la sua consueta faccia tosta e la sua abituale diplomazia, Berlusconi si è scagliato contro le azioni "suicide" della magistratura che danneggerebbero le aziende italiane, argomentando che "nei paesi del terzo mondo" la corruzione è un fatto abituale, condannando i "moralismi assurdi" di chi vuole perseguire corrotti e corruttori.

Berlusconi ha parlato da imprenditore e, stando a quanto dicono i magistrati che lo accusano, anche da "intenditore", salvo poi, come suo solito, fare retromarcia e negare quanto detto. La corruzione è il metodo normale di vendita nel mercato delle armi, ma non si deve dire perché i concorrenti possono chiedere l'annullamento dell'affare per concorrenza sleale.

Che poi dall'Italia, dove le tangenti sono una realtà capillare, si punti il dito sulla corruzione degli altri fa parte della sfacciataggine di casa nostra, così come fa parte del provincialismo italiano e della superficialità berlusconiana chiamare "paese del terzo mondo" una potenza regionale come l'India.

Ma in attesa che qualche multinazionale indiana venga ad elargire "compensi di mediazione" a funzionari italiani, si impongono alcune riflessioni sulla natura stessa delle tangenti e delleconomia capitalista.

 
Articolo del 20.02.2013 postato da GIULIALUZZI (3513 letture)



Volantini: SUDAFRICA: PIOMBO “DEMOCRATICO” CONTRO GLI OPERAI!
Erano in 3000, i poliziotti del governo democratico del Sudafrica, che sono andati a sparare sui minatori in sciopero della Company britannica Lonmin, a Marikana, 100 chilometri a N/O di Johannesburg.
Secondo fonti sindacali, 36 operai sono rimasti sul terreno, uccisi dal piombo del governo guidato dall'ANC (African Natinal Congress), il partito del Nobel Nelson Mandela: “l'antirazzista”, “il democratico”, “il perseguitato per la giustizia”... Un nero come carta “democratica” giocata dalla borghesia di fronte all'esplodere di contraddizioni del sottosuolo capitalista, non più contenibili dentro l'involucro dell' “apartheid”...
Articolo del 17.08.2012 postato da stradivari (3856 letture)



Volantini: CONTRO IL CAPITALE LOTTA DI CLASSE!
[volantino preparato per la manifestazione di Pioltello del 1°maggio]
La crisi del capitalismo morde sempre di più la carne viva di milioni di lavoratori.
Essa si manifesta con forme e modalità diverse dentro le singole borghesie o blocchi imperialisti.
Ma per il proletariato la sostanza non cambia: licenziamenti, sotto o semi occupazione, precarietà, caduta del potere d'acquisto dei salari, tagli in tutti i settori del vivere civile, repressione poliziesca ad ogni minimo accenno di reazione e di coalizione di classe che esca dai limiti della passività e della concertazione.
Articolo del 28.04.2012 postato da stradivari (3888 letture)



Volantini: Lo Stato sgombera il presidio con la forza, ma non può sgomberare la lotta operaia
Nell’esprimere solidarietà attiva con gli operai licenziati dalla cooperativa Safra, denunciamo lo sgombero manu militari del loro presidio davanti all’Esselunga di Pioltello, che mette ancora una volta a nudo la natura di classe, antioperaia dello Stato.
Articolo del 22.03.2012 postato da stradivari (3725 letture)



In Breve: Documento sul Governo Monti del Laboratorio Politico Iskra
Riportiamo un documento dei compagni del Collettivo Politico Iskra di Napoli sul governo e la nuova fase politica.

In questo documento, come Laboratorio Politico Iskra abbiamo tentato di analizzare gli ultimi avvenimenti e cambiamenti sulla scena politica nazionale e internazionale legati alla crisi sistemica che il capitale sta attraversando. Dalle considerazioni che seguono emerge a nostro avviso la necessità di rilanciare il tema dell’organizzazione autonoma di classe sia come strumento politico per riaprire una prospettiva di superamento dell’esistente, sia come punto di riferimento per le lotte, per il loro collegamento e il loro ampliamento: un’esigenza che si rende giorno dopo giorno sempre più necessaria.

Speriamo che la lettura di queste righe riesca nel suo intento di spingere tutti i compagni dell’area comunista e anticapitalista ad avviare una riflessione sui compiti immediati che la fase ci impone.

 

Berlusconi cade ma non si festeggia.

 

Dopo anni di scontri e di perenne conflittualità tra le due frazioni della borghesia nostrana, alla fine le élites finanziarie e le lobbies legate al grande capitale europeo hanno prevalso, forse definitivamente. Laddove non è riuscita ad arrivare la mobilitazione di classe, sono arrivati i veri rappresentanti del potere capitalistico. Ironia della sorte, a far cadere Berlusconi e a mettere in sella Mario Monti, presentato ai quattro venti come l’uomo della provvidenza e novello salvatore della patria, sono gli stessi che hanno portato l’economia mondiale sull’orlo del baratro.


Articolo del 05.12.2011 postato da stradivari (2917 letture)



Volantini: Nessuna unione nazionale - Lotta di classe contro la stangata del capitale
Nessuna unione nazionale

Lotta di classe contro la stangata del capitale

Anche Berlusconi se ne è accorto: i veri padroni sono loro, i “mercati finanziari”, “gli speculatori”, il capitale internazionale, impersonale. Come le acque degli oceani che incessantemente si travasano seguendo le leggi delle maree, così i capitali sono attratti dagli alti profitti e interessi, e al minimo sentore di rischio fuggono verso lidi più sicuri.

Non appena la Germania ha insistito perché anche gli investitori privati – a partire dalle banche e i loro clienti – partecipassero al rischio del salvataggio dei titoli di Stato greci (ma il grosso del fardello lo stanno pagando i lavoratori greci) gli squali dei mercati sono fuggiti come lepri dai titoli di Stato dei paesi europei “a rischio”, tra i quali anche la Spagna e l’Italia. I loro valori sono crollati e i tassi richiesti per prestare soldi allo Stato italiano e spagnolo sono saliti a 3-4 punti sopra quelli dei titoli tedeschi, raddoppiando il costo del nuovo debito pubblico.

Articolo del 13.08.2011 postato da giulialuzzi (3770 letture)



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